25 gennaio 2007

La destra all'assalto della giornata della memoria (Liberazione 25.1.07)

La Giornata della memoria è ormai una scadenza consolidata nel calendario civile del nostro paese – anzi, a giudicare almeno da quello che succede a Roma, si sta espandendo al punto che iniziative connesse a questa scadenza coprono ormai almeno due settimane, prima e dopo la data del 27 gennaio (anniversario della liberazione di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa). Oltre ai luoghi canonici, come la Casa della Memoria e della Storia, queste iniziative investono tutta la città dal Teatro di Tor Bella Monaca all’Auditorium dell’Ara Pacis, da moltissime scuole ad associazioni culturali e strutture di base. Inoltre, fermo restando l’asse fondamentale della memoria della Shoah e dello sterminio degli ebrei, si amplia anche lo sguardo sulle altre vittime del nazismo: dall’”omocausto” (a cui è dedicata una mostra organizzata dall’Arci Gay alla Casa della memoria e della Storia, oltre a un’iniziativa del Circolo Mario Mieli) al “Porrajmos”, lo sterminio dei Rom e Sinti, che sarà al centro della giornata dell’Ara Pacis dedicata a “la memoria degli altri”.
Tuttavia, non mancano ombre e novità preoccupanti. C’è in atto una strategia chiaramente organizzata di forze di destra, soprattutto a livello scolastico e giovanile, per sovrapporre a questo momento chiaramente antifascista una memoria reazionaria che, mentre cerca di sminuire se non di negare la Shoah, rilancia la versione neofascista della vicenda delle foibe o di altri momenti della storia recente.
Episodi del genere si ripetono con troppa regolarità per essere puramente spontanei. Al liceo Visconti, forze di destra estrema pretendono di connettere alla giornata della memoria un’assemblea totalmente unilaterale in cui impartire agli studenti la propria versione della strage fascista di Bologna. Il liceo Farnesina è stato “sequestrato” da un gruppo di neofascisti (il cui sito inneggia alle SS e parla della Shoah come di una “esagerazione). Anche fuori Roma, in un liceo di Monterotondo, la giornata della memoria consisterà in un’assemblea sulle foibe (dove per fortuna si è riusciti almeno a impedire che parlassero solo i fascisti).
Non credo che si possa parlar di episodi casuali e spontanei. Come già all’epoca della campagna storaciana sui libri di testo, si tratta di una strategia organica, che punta a sostituire una memoria di destra al significato democratico della giornata della memoria. Si tratta di iniziative dalla scarsissima credibilità storica e di penoso livello culturale, ma questo non garantisce affatto che non facciano breccia e non contribuiscano a consolidare un senso comune reazionario e negazionista. Tanto più che l’aria che l’aria che si respira è comunque un aria nostalgica e restauratrice: basta pensare che la giornata della memoria è stata preceduta in televisione da non meno di due trasmissioni (equamente suddivise, una su Rai e una su Mediaste) in lode e nostalgia di Benito Mussolini, e sarà seguita da uno sceneggiato su Enzo e Ada Sereni da cui è stata, a quanto pare, espunta ogni memoria del loro antifascismo.
A questo punto, il compito che ci si pone davanti è, in primo luogo, quello di contrastare questa aggressione “culturale” di destra, ribattendo in ogni luogo e in ogni occasione. La nuova strategia dell’estrema destra su questa giornata trova spazio anche per l’inerzia e la debolezza delle forze democratiche e di sinistra, per il ridursi della politica attiva anche nelle scuole. Péiù lasciamo che la giornata della memoria si riduca a un rituale scontato, più lasciamo l’iniziativa ai nemici della democrazia.
Ma più in profondità e più a lungo termine, dobbiamo anche riflettere su che cosa significa oggi memoria. Più che un repertorio garantito e accertato di conoscenze, la memoria è oggi sempre più il luogo di un conflitto, di una battaglia culturale fra memorie alternative, memorie negate, memorie negazioniste. Per questo, la memoria va non tanto conservata quanto continuamente rinnovata. Sulla Shoah, non basta la formula “mai più.” La giornata della memoria deve diventare un momento di riflessione sul significato stesso della memoria, su come usarla non in una sola giornata ma tutto l’anno, e su come noi stessi diamo senso al passato e produciamo per il futuro a memoria del nostro presente. Altrimenti, in una specie di euforia decostruttiva che fa comodo solo a destra, tutte le memorie si equivalgono, le foibe azzerano le Ardeatine, il gulag azzera la Shoah, e perdiamo ogni orientamento di valore e di senso.

1 Comments:

Blogger Unknown said...

"Più che un repertorio garantito e accertato di conoscenze, la memoria è oggi sempre più il luogo di un conflitto, di una battaglia culturale fra memorie alternative, memorie negate, memorie negazioniste."

Raramente ho sentito tanto vicina una frase scritta in questo tempo.



http://incidenze.blogspot.com/

1:13 AM  

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