17 luglio 2009

Agitati e non mescolati

ilmanifesto 27.7.09

E poi dicono che gli operai votano a destra. Spunta sui muri di Roma un manifesto dove si vede un barman con farfallino e shaker e la scritta, “Mescolati e non agitati.” E’ l’invito a una festa a “ingresso gratuito” denominata Democratic Party.
Io non so se quest’immagine festaiola-chic e pacificante con cui si presenta il partito a vocazione maggioritaria sia il modo migliore per attirare un’Italia che avrebbe buoni motivi di sentirsi agitata in tempi di crisi, né il miglior modo di distinguersi dal festaiolo proprietario di Palazzo Grazioli. Naturalmente non c’è niente di male nelle feste (io non sono mai stato iscritto a quel partito, ma alle Feste dell’Unità mi divertivo sempre. Però erano feste di gente seria che lavorava, non drink in terrazza), e poi quest’anno c’è da festeggiare il travolgente successo delle europee e dei ballottaggi. Però un problema tecnico ce l’ho: come fa quel barman a mescolare il cocktail senza agitarlo? In questo manifesto, la mescolanza è la cosa che mi piace, che evoca la discussione e il multiculturalismo. Però se si mescola senza agitare finisce che gli ingredienti se ne stanno tutti per conto loro e il risultato è un posto dove tutti si agitano litigando per motivi di bottega e non riescono a mescolarsi abbastanza da avere una posizione condivisa su niente.
Non metto in dubbio che il Partito Democratico desideri essere una cosa seria, e questo magari è solo un vezzo comunicativo-pubblicitario, che peraltro è segno di una mentalità. Però come americanista di mestiere, mi dà fastidio questo uso paesano della lingua inglese (vi ricordate “I care”?). Oltre tutto il giochino di parole fra “party”-festicciola e “party”-partito è stantio, se lo sono già giocato un anno fa e anche allora non faceva ridere. Sarà pure il segno di una modernità mediatica, ma forse non è il modo migliore per convincere i cittadini che questo ceto politico vive nello stesso paese dove vivono loro. E se poi vogliono alludere al Democratic Party di Obama, forse vale la pena di ricordare che questa volta ha vinto parlando di diritto alla salute, di strategie contro la crisi, di apertura al dialogo fra civiltà, di redistribuzione della ricchezza, e non discutendo di chi deve essere segretario e di come saranno le regole d’ingaggio al prossimo congresso.

2 Comments:

Blogger Crazy Penguin said...

Tanto per capire fino in fondo quale sia il preciso riferimento culturale, sebbene finora non colto, dell'ormai famoso slogano piddino, consiglio la visione del seguente video: http://www.youtube.com/watch?v=OUUq5mRCimo

8:22 PM  
Blogger cosmopolitica said...

Non so, ma i politici di sinistra, (soprattutto quelli più radical chic e se ne incontrano tanti in giro, tutti sempre così ammodo, zelanti e burocratici) dovrebbero girare un po' di più per le strade, prendere l'autobus, guidare in mezzo al traffico, andare nei mercati, mescolarsi davvero alle persone che lavorano dieci ore al giorno e tornano di notte sull'autobus dopo un turno di lavoro. Queste persone ha perso completamente la percezione della realtà e sperano di prendere voti. Ma non li prendono. Non gli resta che citare 007 perché solo con le sue acrobazie potrebbero riuscire a carpire qualche voto in più.

6:23 PM  

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